Sono nato in casa, in via di Pantaneto, a Siena, alla fine di 97 scalini, figlio di un tenente asburgico-napoletano e  di una giovane ragioniera, figlia di ragioniere, impiegato al Monte,  elbana nell’anima. Nei primi sedici anni della mia vita ho vissuto in dodici città, passando da Granatari a Cervignano, imparando tanto, senza studiare molto e senza lasciare molte tracce del mio passaggio. Nei secondi sedici Firenze mi ha segnato con il potere delle parole e mi ha formattato trasferendomi le passioni basilari della vita, l’amore, l’impegno civile, la scoperta della tecnologia. Dopo di che non c’è stato che il bisogno di sperimentare e organizzare nuove imprese, spesso impossibili.

La parte che resta è quella notevole, quello che sono, i miei figli, Paola, mia moglie, Suvereto.